Fragilità Disabilitata
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Durante la mia colazione silenziosa dialogavo col caffè e i tuoi occhi, senza mai prendere la decisione di dove andare.
Quella mattina uscivamo con la macchina al collo sempre pronta a cogliere l’umanità nelle sue performances urbane, e tu a scorgere panorami ancora non fissati sul tuo sensore.
Non ho mai capito come ci siamo finiti su quella strada, certo è che quella struttura l’abbiamo vista entrambi passarci accanto, fra i cespugli e gli alberi.
Ormai avvezzi all’esplorazione, i cancelli e le recinzioni non fermavano la nostra curiosità che ci ha portato all’interno di una grande struttura ospedaliera dismessa recentemente.
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© Virginia Cassano |
Non ho trovato cronache relative a questo centro di sanità pubblica e poliambulatorio, che serviva l’area vasta della provincia toscana, sostituito poi da un ospedale nuovo.
Sicuramente alcune ali dell’edificio sono state utilizzate fino a pochissimo tempo fa, mentre i piani superiori dedicate alle degenze sono stati svuotati e abbandonati da molti anni.
Resto sempre affascinata dalla poesia che la luce ancora scrive negli ambienti dimenticati e alterati dal tempo. Dai colori filtrati dalle tende logore che tingono le pareti pallide, il bianco e nero della graniglia di marmo dei pavimenti impolverati, i corridoi lunghissimi in penombra.
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© Virginia Cassano |
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© Virginia Cassano |
Immaginando di raggiungere il piano terra, scendendo innumerevoli rampe di scale e attraversando grandi padiglioni, scopro al mio arrivo nell’atrio, una quotidianità differente dal solito contesto ospedaliero, fatta di colori, musica e voli fantastici.
Tante le associazioni che si sono alternate all’interno dell’edificio, sfruttando gli spazi esistenti. E' evidente che alcune sono state trasferite presso nuove sedi, altre probabilmente sono state sospese a causa delle restrizioni per il Covid19; pandemia che di fatto ha limitato le attività ricreative di molte onlus a livello nazionale.
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© Virginia Cassano |
Chiudere o sospendere i centri diurni residenziali o semiresidenziali, porta ad estraniare dalla realtà i disabili psichici, più di quanto non possa fare la malattia che li affligge, essi restano intrappolati ai margini del tessuto sociale, schiavi del loro disturbo e vittime di una società che spesso fornisce ostacoli più che supporti.
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© Virginia Cassano |
Il tempo trascorso all’interno dell’edificio non mi ha permesso di indagare ulteriormente le identità degli esseri umani che hanno animato quel luogo, però mi ha dato la possibilità di non dimenticare i loro giorni fragili e dignitosi colmi di creatività e stimoli atti a trattare questo tipo di disabilità psicofisiche.
Ho trovato una poesia fra tanti fogli abbandonati, dedicata ai bambini farfalla.
Non il dolore,
non le ingiustizie,
non la fragilità
d'un vivere passeggero,non i pianti
né l'ineluttabile sorte
ti hanno sminuito,
un dono autentico sei,d'una vita misteriosa,
che anche oggi riverisco,
e lodo,
e Amo,perché l'unica malattia
è non riuscire ad Amare
quel che Vita ci sa dare.(Bimbe e Bimbi Farfalla del Dott. Francesco Galgani)
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© Virginia Cassano |
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