Vangelo secondo Covid19

In quel tempo la pandemia aveva infettato ogni strato della società, ogni corpo e anima democraticamente. Ci si trascinava con lentezza, avendo smesso di vivere di fretta, di scrivere col T9 senza scegliere le parole da dire.

Il male epidemico aveva stoppato il mondo e quel disumanesimo dimostrato fino a quel momento in una scatola edonistica.

In verità vi dico, che ci si rese conto di aver distrutto l'essenziale per costruire il superfluo. Che eravamo prigionieri di noi stessi, della smania di possedere,  invece di arricchirci di più amore.

In quel tempo, ci si chiedeva cosa avremmo imparato dalla catastrofe in cui si era immersi.

Non sarebbe bastato riportare le lancette indietro, non a come eravamo. Piuttosto, ripartire dal contributo costruttivo per il pianeta, la comunità, la famiglia, e per se stessi. Tutto volto all'evoluzione dell'essere umano con resilienza e tenacia.

In verità vi dico, non lasciate che dopo i paraocchi di questi anni, vi tappino anche la bocca con una mascherina monouso.

Ogni giorno la paura abitava le case e svuotava le città. La paura del cambiamento, il dover adattarsi al nuovo sistema, quello di pensare di essere al sicuro dentro, e non di rischiare all'esterno.

Il cambiamento da secoli significa opportunità di abbandonare gli schemi obsoleti e restare essere umani migliori.

In verità vi dico, chi aveva visto fino a quel momento, tramonti attraverso schermi, continuò a nutrirsi di gigabyte fino all'indigestione, lasciando morire di fame e ostentazione ogni neurone.
Chi mi ama, abbandoni tutto e venga dietro a me (basta iscriversi alla newsletter ).

                                                               All photos by ©Virgichic.