Libera tutti



In questi due mesi trascorsi tra alti e bassi, ci siamo sentiti, a giorni alterni, vittime di un "sistema occulto" che ci voleva chiusi in casa per chi sa quali complotti mondiali. Il lockdown l'abbiamo reputato violazione della libertà individuale, responsabilità di cattivi governatori, dei pipistrelli e pure colpa di Papa Francesco che da solo avrebbe potuto pagare gli stipendi di tutti ed eliminare la fame nel mondo. Ci siamo sentiti martiri di un Dio che ci ha dimenticati da quel dì, perseguitati dalla burocrazia, oppressi dalla mala sanità, e perfino del vicino che prende il sole in giardino infierendo sulla tua condizione di condomine.
Abbiamo maledetto i giorni che non passavano più, o che passavano senza alcuna identificazione sul calendario, tornando un po' neonati confondendo il giorno con la notte e mangiando ogni tre ore.




Ci siamo lamentati di quelli sempre a fare storie su Instagram, dei fissati di fitness , di quelli che postano tutti i loro successi culinari, o peggio dei ruoli sociali arcaici riattribuiti alle donne/madri/lavoratrici che sono contro l'emancipazione femminile.
Per non parlare delle videolezioni e dell'ennesima email della prof persa fra quelle di lavoro, e della connessione che va a carbone (e lamentiamoci poi,pure del 5G, che farà distruzione di massa).
Vorremmo tutti tornare alla normalità con un decreto libera tutti, che sapesse anche liberarci dalla pandemia, ma ci siamo chiesti quale routine vogliamo recuperare? Forse quella buffa abitudine di cui sopra. Avete mai pensato agli adolescenti, i quali già devono far fronte alle crisi interne, dibattiti ormonali, bipolarismi emotivi per peli e brufoli e poca autostima, ed ora si trovano privati repentinamente di una routine rassicurante e liberatoria da stress psicologici.
Vi siete preoccupati di capire quanto sia stato difficile per loro rinunciare a passioni sportive, agli incontri con i compagni di scuola, alle uscite sul Corso il sabato pomeriggio, o festeggiare i compleanni nella totale baldoria.



Alcuni non hanno più trovato vie di fuga per sfuggire a liti furibonde tra genitori, alle difficoltà economiche di madri single o padri disoccupati (poi ci sono pure quelli disoccupati e single) con la frustrazione e irritabilità che ne consegue. Altri che non  sono riusciti a superare la noia e i grandi silenzi familiari.
Io ho osservato i miei ragazzi in una luce diversa, naturale e intima ed ho chiesto loro di esporre le proprie emozioni per coglierle, sentirle e ricordarle per sempre. Li ho visti adattarsi a tempi lunghi in spazi da condividere a stretto giro, senza la mia ansia da prestazione di madre efficiente, e dal canto loro senza l'obbligo di grandi performances scolastiche, grazie ad un impegno diluito, rilassato e liberi di seguire la lezione anche in pigiama. Hanno dimostrato maggior autocontrollo di noi genitori separati.
Abbiamo riso tanto davanti alla macchina fotografica, alle videochiamate con amici e parenti ritrovati. Abbiamo recuperato dialogo e coccole (gli adolescenti ne hanno bisogno forse più dei bambini), la voglia di cucinare insieme e aiutarci reciprocamente ognuno col proprio talento.



Li ho visti abbandonarsi sul letto, o sul divano con lo smartphone in mano, in attesa di qualche chat o diretta interessante, ad accettare un tedio a tratti insopportabile, e il silenzio abissale di una città dall'aspetto post atomico. Hanno ascoltato forzatamente con ironica pazienza la mia playlist, e si sono accontentati di qualche palleggio in casa, per sfogarsi poi su FIFA20.
Abbiamo smesso di lamentarci e ci siamo adoperati per rendere proficua tutta la vastità di spazio temporale, affinché non ne uscissimo sconfitti dalla contingenza, con vani sprechi di vita. E' stato speso per approfondire argomenti sul web che ha messo a disposizione in modo gratuito moltissime fonti culturali, dedicandoci anche alla pratica yoga in modo costante, sessioni di allenamento con App, ascolto di audiolibri e podcast. Si è creata così una nuova routine giornaliera, una nuova normalità quotidiana che non ha penalizzato del tutto, tutt'altro! Ci ha arricchiti e sfiniti, permettendo di confrontarci e di ammettere pregiudizi reciproci e alibi, per comprendere alla fine che non siamo poi così male.




Tutto diventa sopportabile quando alle difficoltà e alle paure dai un nome, un valore, una soluzione e un ordine nella lista delle priorità. Vogliamo mantenere quelle buone abitudini che ci hanno permesso di eliminare il superfluo, l'ansia, la fretta di amarci, il vittimismo, riscoprendo la libertà data dall'essere in pace con se stessi e gli altri. Liberi dal possedere, dal pretendere in modo infantile, dall'esigere senza concedere al prossimo la stessa pazienza che abbiamo avuto con noi stessi.
E a voi cosa ha insegnato questo periodo di confinamento in casa?
Sarò lieta di arricchirmi con le vostre esperienze. Utilizzate il box dei commenti previa iscrizione, oppure scrivetemi e condividete su Facebook.
A presto!

Progetto "Quarantine" #iorestoacasa #iofotografodacasa




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